Il paradosso di Olbers
L'universo non è infinito. Questa dimostrazione è stata presentata nel 1826 dall'astronomo tedesco Heinrich Wilhelm Mathias Olbers con il famoso "paradosso di Olbers". Il paradosso risale a Halley (1720) e de Cheseaux ed è noto anche come "paradosso del cielo scuro di notte". La teoria si basa sul fatto che ogni corpo celeste che emette luce irradia energia luminosa intorno a sé. Se indichiamo con L la potenza luminosa media emessa da un corpo o un astro, la quantità di radiazione o energia che arriva per unità di superficie a una distanza d dal corpo stesso nell'unità di tempo è L / (4πd^2).
Considerando il numero di stelle comprese tra una superficie sferica di raggio r e una superficie sferica di raggio r + dr, si ottiene 4πr^2dr se n è il numero costante di sorgenti per unità di volume. Semplificando, l'energia luminosa che arriva per unità di superficie nell'unità di tempo è dato da ∫[0, +∞] (L / (4πr^2)) 4nπr^2dr = ∫[0, +∞] (Ln)dr, e questo integrale diverge. Se L e n sono costanti, si otterrebbe ∫[0, +∞] (Ln)dr = Ln (∞ - 0), il che significherebbe che l'energia luminosa che arriva sulla Terra di notte dovrebbe essere infinita, superiore a quella proveniente dalla superficie del Sole. Tuttavia, sperimentalmente sappiamo che la radiazione luminosa è finita di notte, quindi l'universo non può essere infinito.
Un ragionamento simile si può fare anche per l'effetto del campo gravitazionale: se l'universo fosse infinito, il campo cumulativo divergerebbe, ma poiché questo non è il caso, l'universo non può essere infinito. L'infinità appartiene solo a Dio, e l'universo, in quanto creatura, non può possedere tale attributo.
Il paradosso di Olbers era già stato spiegato da Keplero nel 1610 e ripreso da Peebles. Alcuni studiosi attribuiscono la prima esposizione del paradosso a Thomas Digges, un astronomo inglese del XVI secolo, mentre Lord Kelvin nel 1901 e Edgar Allan Poe nel 1848 nel saggio "Eureka" hanno fornito spiegazioni del paradosso.
Molte concezioni cosmologiche sono state formulate nel corso dei tempi, ma la cosmologia moderna ha avuto inizio nel 1917 con la presentazione di una memoria da parte di Albert Einstein all'Accademia delle Scienze di Berlino. La cosmologia sperimentale moderna è iniziata nel 1929 quando Hubble ha scoperto il fenomeno della recessione delle galassie sulla base del redshift dovuto all'espansione cosmologica dell'universo.
L'entropia e l'energia libera
Un interessante argomento a sostegno dell'esistenza di Dio, addotto da Pio XII e citato nel libro "Il Big Bang non c'è mai stato" di Eric Lerner, riguarda l'aumento dell'entropia dell'universo e la diminuzione dell'energia libera nel tempo. L'entropia misura la quantità di disordine e caos in un sistema, mentre l'energia libera di Gibbs (G) è la quantità di energia disponibile per fare del lavoro utile.
Secondo il secondo principio della termodinamica, l'entropia dell'universo aumenta con il tempo, mentre l'energia libera diminuisce in un processo spontaneo. Questo porta a una maggiore necessità e determinismo nell'universo. Tuttavia, Dio, come l'essere necessario e non contingente, è l'unica fonte di ordine e libertà assoluta. Quindi, l'argomento logico-filosofico suggerisce che l'universo tende verso Dio, l'unico Essere necessario e infinito.
Questo argomento può essere supportato scientificamente mediante l'analisi dell'energia libera di Gibbs (G). La diminuzione dell'energia libera (dG ≤ 0) implica che il mondo viaggi verso il regno della necessità, mentre Dio, essendo l'unico essere necessario, è l'obiettivo verso cui l'universo ritorna.
Tuttavia, è importante notare che questo argomento è di natura logico-filosofica e può essere interpretato in modo diverso da diverse prospettive. La scienza stessa non si occupa direttamente dell'esistenza o meno di Dio, ma spetta alla filosofia e alla teologia trattare di tali questioni metafisiche.

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